La baguette: le pain quotidien che racconta una storia
- Redazione

- 31 gen
- Tempo di lettura: 4 min
Ci sono poche cose al mondo che riescono a raccontare una cultura con la stessa immediatezza del pane. E la baguette, con la sua forma inconfondibile, è molto di più: è un patrimonio culturale che dal 2022 è stato riconosciuto anche dall’UNESCO, a riprova di quanto sia profondamente intrecciata con l’identità e la cultura gastronomica francese.
La baguette è infatti diventata, negli anni, pain quotidien per eccellenza, un elemento così radicato nella vita dei francesi che una camminata mattutina con una baguette sotto il braccio non è solo un cliché cinematografico, è real life.
Eppure, dietro la sua apparente semplicità, c’è una tradizione secolare, fatta di tecnica, precisione e rispetto per le materie prime, che racconta storie di forni, farine e lunghe lievitazioni.
Crosta e mollica: il linguaggio del pane
La crosta di una baguette è il suo biglietto da visita. Deve essere sottile, ma resistente, e quando viene spezzata, il rumore deve essere secco, simile a un “crack” deciso, rivelando la giusta cottura e l’abilità del fornaio nel bilanciare umidità e calore.
All’interno, la mollica svela il segreto del lievito e di una tecnica che si tramanda da generazioni: gli alveoli devono essere irregolari e distribuiti in modo armonioso.
L’alveolatura, se osservata con attenzione, rivela molti retroscena della nostra baguette. Se troppo compatta, la lievitazione è stata troppo breve e il glutine non si è ben sviluppato. Se molto ampia, potrebbe esserci stato un eccesso di idratazione o una manipolazione inadeguata.
Farine, idratazione, lieviti: la scienza della semplicità
Dietro l’apparente semplicità di farina, acqua, lievito e sale si nasconde una precisione certosina.
La farina, per cominciare, deve essere ricca di proteine, con un buon equilibrio tra forza ed elasticità. In Francia, si utilizza spesso la farina tipo T55, equivalente della 0 in Italia, che garantisce la giusta consistenza per una baguette leggera ma strutturata.
Parlando di idratazione, invece, quella di una baguette tradizionale si aggira tra il 65% e il 75%. Questo significa che per ogni 100 g di farina si utilizzano circa 65-75 g di acqua. Più l’impasto è idratato, più gli alveoli risulteranno ampi e la mollica soffice.
Il tempo è infine tutto quando si tratta di lievitazione. Una lunga lievitazione (anche fino a 24 ore) consente agli enzimi di sviluppare aromi complessi e di abbattere i composti che rendono il pane meno digeribile. Sempre più fornai scelgono di utilizzare lievito madre per una profondità di sapore maggiore e una crosta più croccante.
La cottura è poi l’atto finale della pièce, ma anche il più delicato. Il forno deve essere preriscaldato ad altissime temperature (240-250°C), con tanto di vapore iniziale per favorire lo sviluppo della crosta. La baguette si cuoce rapidamente, in circa 20-25 minuti, e va tenuta sotto stretta osservazione per ottenere quel colore dorato uniforme che è il suo marchio di fabbrica.
Abbinare la baguette a vini e formaggi
La baguette non è solo cibo, è un gesto quotidiano, un rituale che racconta una storia. Nella sua semplicità si cela una vera filosofia: lavorare con precisione, rispettare la materia prima e creare qualcosa di universale, capace di parlare a tutti. È pane, ma anche cultura, tradizione e innovazione che convivono in armonia.
Il suo pairing classico prevede un formaggio morbido come il Brie o il Camembert, un burro salato di Normandia e un bicchiere di Bordeaux o di Pinot Noir, capace di esaltare le note della crosta croccante e del cuore soffice. Ma c’è molto di più da scoprire.
Per chi ama i formaggi più intensi, un Roquefort con la sua sapidità pungente si sposa perfettamente con un Sauternes, creando un contrasto raffinato tra dolcezza e sapidità. Un Comté stagionato, invece, richiama un vino bianco aromatico come uno Chardonnay della Borgogna, che ne valorizza la complessità e le sfumature.
E non dimentichiamo le conserve, che accompagnano la baguette in modo sublime: un chutney di fichi per aggiungere dolcezza e note speziate, una marmellata di arance amare per dare contrasto, o una crema di castagne per un accento autunnale. Accanto a questi sapori, un vino rosato provenzale può rivelarsi sorprendentemente versatile, così come un bianco secco e minerale come un Sauvignon Blanc.
Per chi cerca invece un sapore più rustico, una rillette di anatra è una compagna ideale. Qui entrano in scena vini rossi più strutturati, come un Syrah o un Côtes du Rhône, capaci di sostenere la ricchezza del piatto senza sovrastarne l’equilibrio. E per un tocco di dolcezza finale? Un Moscato d’Asti o un Gewürztraminer, che si abbinano meravigliosamente alle marmellate o ai dessert serviti con una baguette leggermente tostata.
La baguette non appartiene solo alla tradizione francese: ha viaggiato, attraversato culture e continenti, trovando nuove interpretazioni e adattamenti. Eppure, ovunque vada, rimane fedele alla sua essenza: un simbolo universale di convivialità, un pane che sa accogliere, esaltare e trasformare ogni ingrediente con cui si accompagna.
Assaggiare una baguette è un’esperienza multisensoriale. Il primo morso, con il suo crunch inconfondibile, la mollica che si scioglie in bocca, il profumo della farina tostata: ogni elemento invita alla riflessione. Mangiarla fresca, appena sfornata, è l’unico modo per coglierne l’essenza.

