A Courmayeur, il Caffè della Posta, tra passato e presente
- Redazione
- 23 giu
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«Chi viene a trovarci non cerca un ristorante, perché non è quello che siamo; chi passa da noi cerca la cura, l’attenzione e la passione delle cose fatte col cuore»
Nel cuore di Courmayeur, il Caffè della Posta si presenta come un luogo dove l'eredità storica si fonde con gusto e ospitalità contemporanei. Qui, il calore autentico di una casa di montagna incontra la raffinatezza di un bistrot moderno: un’evoluzione guidata e resa possibile dal restyling e dalla cura rispettosa di Enrico Canepa, discendente diretto dei fondatori, che ha permesso al locale di mantenere la sua anima, rinnovandosi e valorizzando la sua storia.
Canepa ha affrontato la ristrutturazione con un profondo senso di «onere e onore», ispirato dal gusto ereditato dai nonni antiquari e amanti del bello. «Per arrivare al locale che possiamo ammirare adesso, ho svolto una accurata ricerca di materiali e tecniche coerenti con l’epoca degli oggetti iconici che ne fanno parte ormai dagli anni ’50» racconta.
Un progetto guidato quindi in primis dalla coerenza, esaltando le caratteristiche esistenti senza snaturarle. «La mia soddisfazione più grande è sapere di aver cambiato molto, ma sentirmi dire dai clienti che non è cambiato nulla» continua. E infatti, ogni elemento si fonde naturalmente con gli altri, «tutto sembra essere sempre stato lì». Tra gli elementi chiave del restyling spiccano l'intonaco a graffito delle pareti, realizzato con una tecnica propria dell’affresco duecentesco, e il grande armadio per il vino, creato con una boiserie di fine Ottocento lavorata interamente a mano.
L’altra anima fondamentale e fondante del Caffè della Posta, risiede ovviamente nella sua proposta gastronomica, in continua evoluzione: «Traiamo ispirazione dal territorio, ma anche e soprattutto dal piacere che solo le cose semplici possono offrire» spiega. «Facciamo poche cose, ma le facciamo interamente in casa e cerchiamo di cambiarle spesso, proprio come farebbe la nostra mamma».
Credits Guya Maggi
Dal pane alle brioches, ogni ricetta è studiata a fondo, cercandone l’essenza più vera e manipolando i prodotti il meno possibile. Un profondo senso di innovazione e costante ricerca animano la cucina: «applichiamo tecniche moderne come la cottura a bassa temperatura, e questo ci permette di offrire prodotti semplici ma al massimo della loro espressione. Chi viene a trovarci non cerca un ristorante, perché non è quello che siamo; chi passa da noi cerca la cura, l’attenzione e la passione delle cose fatte col cuore».
Alla domanda su quale sia il piatto che più di tutti ora riassume l’essenza del Caffè della Posta, Canepa non ha dubbi: «In questo momento? Il Toast!» afferma. «Potrebbe sembrare un piatto banale ma se fatto con tanta cura fa davvero la differenza». E infatti, il toast del Caffè della Posta è fatto con tre strati calibrati di pain brioche, preparato con la ricetta storica di famiglia, farciti con un prosciutto cotto accuratamente selezionato e fontina d’alpeggio, ma solo quando di stagione. «È sorprendente l’espressione di piacere di chi lo assaggia».
E certamente una simile cura non potrebbe esserci, senza un amore e un radicamento innato nel territorio valdostano: «siamo nati e cresciuti a Courmayeur, la conosciamo attraverso le nostre esperienze e attraverso i racconti dei nostri genitori» spiega Canepa. «Più che per gli ingredienti, che scegliamo con cura e il più possibile vicino a noi, credo che questo senso di appartenenza si manifesti nei gesti e in quell’impercettibile sapere proprio di chi in un luogo ci è nato»
Credits Guya Maggi
E continua, «il ricordo di un piatto o ancor meglio dell’emozione provata mangiandolo da bambino, diventa il parametro con cui misurarne l’autenticità e con cui a volte si riesce a trasmettere emozione. Il nostro racconto parte sempre da questi ricordi che ci hanno fatti sentire amati; poterli condividere con i nostri ospiti è un ottimo modo per mantenerli vivi e per poterci sentire protetti e sicuri, perché non c’è nulla di più rassicurante di sapere che ciò che si sta offrendo ha dentro di sé una storia vera e genuina, legata alle proprie tradizioni e ai piccoli gesti familiari».
Seguendo questa filosofia, l’esperienza complessiva offerta agli ospiti del Caffè della Posta non potrebbe che essere descritta come «familiare». «È semplice ma non scontato potersi definire così» racconta. «Siamo davvero una famiglia, io, Angelica e Madeline (moglie e figlia di Enrico n.d.r) siamo eredi e custodi dello spirito dei fondatori e questa memoria guida i nostri gesti e soprattutto il nostro desiderio di condividere tempo e bellezza con chi passa a trovarci».
E se il cuore è rivolto a un passato di cui sentirsi custodi, lo sguardo è però verso il futuro, per tenere viva questa atmosfera familiare si, ma al contempo raffinata, confortevole e autentica: «Possiamo farlo solo attraverso le nostre azioni e facendo guidare le nostre scelte dalla coerenza con ciò che ci circonda».
L’obiettivo è formare un team «affine a noi e al locale, che si senta a casa e che proprio per questo faccia sentire a casa i nostri ospiti». Un lavoro costante sulla proposta enogastronomica, per renderla «ancora più radicata nella storia e in ciò che la nostra regione può offrirci dal punto di vista enogastronomico», con un approccio lento, attento e misurato.