Quattro generazioni di champagne au féminin: la maison Élodie D.
- Redazione
- 25 lug
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«La nostra è una storia di vigneron, anzi una storia di donne vigneronnes, passata di madre in figlia»
«Il tempo è un alleato prezioso. Nulla si fa in fretta; ogni fase richiede pazienza, rispetto e un ascolto attento del vino in divenire». Così Élodie Desbordes racconta il rapporto profondo con il tempo, compagno indispensabile che accompagna ogni fase del suo lavoro.
Il lento e naturale scorrere delle stagioni è infatti uno dei valori fondanti dello champagne Élodie D., chiave della profondità e dell’eleganza che contraddistinguono le bottiglie, che «vengono fatte invecchiare per almeno tre anni sui lieviti prima di essere commercializzate, un tempo necessario affinché gli aromi evolvano e formino la tipicità unica del nostro prodotto», spiega Desbordes che oggi è alla guida della maison, arrivata all’undicesima generazione di vigneron.
Quella dello Champagne Élodie D. è infatti una storia risalente a oltre quattro secoli fa. «La nostra è una storia di vigneron, anzi una storia di donne vigneronnes, passata di madre in figlia», e nondimeno il suo champagne riflette proprio lo «spirito femminile della maison», gestita da donne da ormai quattro generazioni.
La sua storia affonda le sue radici nel 1658, quando gli antenati di Desbordes iniziano a coltivare le prime vigne a Écueil, nel cuore della Montagna di Reims. Da allora, ogni generazione ha contribuito a consolidare un sapere tramandato con dedizione. «La mia storia familiare è parte integrante della mia identità,» racconta Desbordes. «Ho sempre percepito la forza dei gesti antichi e il valore del lavoro fatto con le mani, nel rispetto della natura e dei suoi ritmi». Nel corso dei decenni, la maison ha attraversato guerre, cambiamenti climatici e rivoluzioni agricole, restando però fedele alla sua essenza: produrre champagne autentici, legati alla terra e valorizzati dallo scorrere del tempo.
Il tempo, prosegue Élodie, è «la perpetuazione di una tradizione», un legame vivo con il passato che si esprime anche attraverso il territorio e il terroir di Écueil, «villaggio Premier Cru nel cuore della Montagna di Reims». Qui, la natura si declina in un mosaico unico di «sabbia, argilla, limo e creta calcarea, una vera riserva naturale d’acqua che regola l’umidità e offre alle viti un radicamento profondo e solido». Questo terreno conferisce ai suoi grappoli la freschezza minerale e l’eleganza che si ritrovano in ogni cuvée.
Le varietà coltivate dalla maison Élodie D. sono il Pinot Nero, che «porta struttura e complessità aromatica,» lo Chardonnay, «più discreto, infonde leggerezza e freschezza,» e una raro Pinot Grigio, «vecchio vitigno champenois, piantato sulla sabbia». Tutti i vitigni sono poi coltivati con metodi biologici che garantiscono la raccolta di «uva ricca di zuccheri naturali ed espressiva dell’anima di Écueil» spiega Desbordes.
La maison abbraccia questo approccio sostenibile fin dal 2002, anno della nascita del figlio Louis, che ha segnato una svolta personale e professionale per Desbordes: «bisognava preservare questo patrimonio naturale, non solo per noi, ma soprattutto per le generazioni future». Da allora, Desbordes ha reintrodotto in azienda pratiche antiche come l’inselvatichimento naturale, eliminando progressivamente i diserbanti chimici. Questa «scelta pionieristica a Écueil, poco comune allora in Champagne,» ha richiesto «pazienza, adattamento e molto coraggio di fronte a critiche e difficoltà,» come gestire «vigne strette, sopportare rese più basse o lavorare con cavalli da tiro,» racconta.
Non solo una sfida, ma un impulso a fare di più, tanto che nel 2017 la maison ha ottenuto la “Certificazione Viticoltura Sostenibile in Champagne e Alto Valore Ambientale”, per poi intraprendere, spiega Desbordes, «una conversione completa all’agricoltura biologica, con la certificazione ufficiale nel 2024».
Il risultato è una gamma di champagne sospesi tra potenza e delicatezza, struttura ed emozione, freschezza e profondità, «una vera tavolozza sensoriale». Ogni etichetta è un racconto a sé, ha una sua personalità: la freschezza estiva di Paul, «un Blanc de Blancs cesellato, quasi solare,» la profondità autunnale di Louis, «dominata da Pinot Nero e Pinot Grigio, con le sue note di frutti maturi, pane tostato, quasi legnose,» la complessità invernale dei Millésimes, «densi, complessi, confortanti, come un fuoco nel camino in un salotto» e la dolcezza primaverile di Rose, «un rosé con accenti floreali e fruttati, pieno di sensualità e tenerezza».
Per il futuro della maison, Desbordes sogna in grande: «desidero continuare a far brillare la nostra maison, attraverso i nostri locali sull’Avenue de Champagne — il nostro bar à Champagne, la nostra casa per gli ospiti, il ristorante e la spa — che incarnano perfettamente la nostra art de vivre: un sottile equilibrio tra autenticità, raffinatezza e accoglienza».
Il desiderio è anche di espandere la presenza internazionale, con un occhio di riguardo per l’Italia, «terra di conoscitori appassionati di vini e spumanti,» per «far scoprire il nostro savoir-faire e la nostra identità unica, creando legami autentici e condividendo con chi assaggia il nostro champagne l’emozione che suscita ogni bottiglia».
Infine, ovviamente, la famiglia, protagonista della maison non meno dello champagne: «vorrei vedere un giorno uno dei miei figli raccogliere il testimone» racconta Desbordes. Rose, con i suoi otto anni, «mostra già una curiosità viva per la vigna, il vino e tutto ciò che circonda la nostra maison,» mentre Pierre-Marie «si sta già orientando verso studi in viticoltura e enologia».
La maison è quindi anche custode di un’eredità viva, pronta a essere reinventata dalle nuove generazioni, perché «trasmettere è anche questo: preservare un patrimonio lasciando spazio a chi verrà dopo di noi per reinventare, a modo loro, ciò che abbiamo costruito con passione».
Ma Elodie D. non è solo champagne, è anche ospitalità grazie a Bulles & Bonheur, che accoglie visitatori e appassionati nel «bar à Champagne della maison Élodie D., così come La Demeure d’Élodie, nella Avenue de Champagne a Épernay, una dimora del XIX secolo restaurata con cura, ora hotel di charme».
Questa sinergia tra champagne, ospitalità e art de vivre è molto più che un progetto imprenditoriale: diventa un modo per trasmettere i valori della famiglia, la passione per lo champagne, la loro visione dell’ospitalità. «È un progetto vivo, caldo, sincero, come noi — ed è probabilmente questo che ne fa tutta la magia».
La storia della maison Élodie D. è come un tessuto antico e prezioso, dove ogni filo rappresenta una generazione di viticoltori. Élodie Desbordes non si limita a preservare questo tessuto, ma lo arricchisce ogni giorno, trasmettendo la storia della sua famiglia, preservandone la tradizione e condividendola con chi assaggia il suo champagne.